[heading style=”subheader”]Quando a Civitavecchia e dintorni si parla di Osservatorio Ambientale si compie un errore sistematico.[/heading]
Nei discorsi comuni si confonde infatti continuamente il Consorzio di Gestione dell’Osservatorio Ambientale con l’Osservatorio Ambientale Regionale sulla Centrale Termoelettrica di Torrevaldaliga Nord.
Il primo è un consorzio tra i Comuni di Civitavecchia, Allumiere, Santa Marinella, Tarquinia e Tolfa, costituito il 1 giugno 2009, finanziato da ENEL e destinato a durare (nelle intenzioni dei sindaci fondatori) “per tutto il periodo di permanenza delle attività energetiche delle centrali sul territorio”. Da ora lo chiameremo semplicemente Consorzio.
Il vero Osservatorio Ambientale, un ente diverso da quello della Bilab a guida Tidei, del milioncino di euro di Enel o delle caldaiette del Dr Marsili, è (o dovrebbe essere) quello previsto dal decreto VIA n. 680/2003, relativo alla riconversione a carbone di TVN.
Già una nota del Ministero dell’Ambiente, nello stesso 2009, ricordava come il Consorzio non corrispondesse affatto all’Osservatorio prescritto nel decreto VIA , e che quindi lo stesso dovesse essere regolarmente costituito. Il Direttore Generale del Ministero, Bruno Agricola, convocava quindi con fare perentorio i sindaci che si andavano consorziando, cercando di riportarli sulla retta via.
La reazione dei Sindaci di Civitavecchia, Allumiere, Tarquinia e Tolfa era però delle più prevedibili (vedi sopra). Il Consorzio sarebbe stato molto meglio di un Osservatorio. Come non capirlo?
La riunione si chiudeva con un duro rimbrotto del Direttore Agricola che sottolineava come “l’Osservatorio attuale costituito dagli Enti locali non corrisponde a quello indicato nel decreto VIA” e che “le attività in carico all’Osservatorio, di cui al decreto VIA, non possono essere finanziate da Enel…”.
A marzo 2010, l’Osservatorio Ambientale previsto dalla VIA veniva quindi istituito dalla Regione, ma i Sindaci del Consorzio si rifiutavano di partecipare ai lavori dello stesso, sino a tutt’oggi, tenendosi ben stretta la gestione del milioncino generosamente elargito da Enel.
Nel frattempo, a marzo scorso, il Presidente dell’Osservatorio (quello vero) Dr Bruno Placidi lasciava l’incarico, venendo promosso a capo della Direzione Regionale Infrastrutture, Ambiente e Politiche Abitative della Regione Lazio. Andava così a sostituire Raniero De Filippis, dirigente arrestato per la vicenda rifiuti legata al nome di Manlio Cerroni.
A dire il vero anche la storia dello stesso Placidi ha qualche elemento piuttosto curioso, che lascio a voi approfondire…
Tornando a noi, qual’è l’utilità del Consorzio?
Una domanda spinosa, senza dubbio, visto che il Decreto legislativo 155/2010 recita che, in tema di monitoraggio della qualità dell’Aria “la rete di misura è soggetta alla gestione o al controllo pubblico. Il controllo pubblico è assicurato dalle regioni o dalle province autonome o, su delega, dalle agenzie regionali per la protezione dell’ambiente”.
Tra le righe del Decreto, NOTATE BENE, si legge: “Le stazioni di misurazione non soggette a tale gestione o controllo non sono utilizzate per le finalità del presente decreto”.
Quale allora la funzione delle misurazioni di Bilab?
Perchè il Consorzio investe gran parte della sua paghetta, puntualmente elargita da mamma Enel, in misurazioni al di sopra della Legge?
Perchè il Dr Marsili decide di non investire più la paghetta negli interessantissimi studi del Prof Nascetti sugli organismi sentinella (dati che dimostrerebbero un vertiginoso incremento del contenuto in metalli pesanti in tali organismi nell’ultimo quinquennio, probabilmente da mettere in relazione con la conversione a carbone della centrale ENEL)?
Certo che la memoria non può che tornare alle parole del compianto Agricola: che l’azione di controllo su ENEL sia finanziata dalla stessa Azienda è davvero un controsenso inaccettabile.
Foto di Fulvio Floccari©