Qualche giorno fa stavo girando sui social e cercavo qualche notizia interessante da leggere, quando ad un tratto mi sono imbattuto su un sito in cui era possibile vedere quanto spendono le singole città in scommesse.
Incuriosito vado subito a cercare la mia città, Civitavecchia, e mi trovo davanti ad un dato che mi ha lasciato pietrificato.
Quasi 60 milioni di euro spesi solo nel 2016 nelle slot-machine.
Ripeto, 60 milioni!!!
Inevitabilmente ho pensato a come si sarebbero potuti spendere e che fine abbiano fatto realmente.
L’unica cosa che non mi è chiarissima è se sono conteggiati anche gli altri giochi.
È necessario chiarire questa cosa per fare una giusta analisi di chi li spende.
Vi spiego subito perché.
Le scommesse online sono quasi esclusivamente attribuibili ad un pubblico maschile prevalentemente giovane.
Le macchine mangiasoldi fondano le loro basi soprattutto su un pubblico adulto senza distinzione di sesso.
Le lotterie istantanee sono la droga delle donne, giocatrici compulsive, così come il lotto e il lotto istantaneo.
Insomma, una divisione netta dei settori, delle età, dei generi, studiata in maniera maniacale e con abbocchi formidabili per far spendere il doppio di quello che troppo poco spesso si vince.
Ma torniamo a bomba sui 60 milioni di euro spesi dai nostri concittadini.
Non so se la cifra sia reale o addirittura sottostimata ma è chiaro che ormai la ludopatia sia inevitabilmente fuori controllo.
In sostanza cosa significa tutto questo? Quali ripercussioni?
C’è una ripercussione clamorosamente determinante su quella che noi chiamiamo “economia reale”.
Mi spiego meglio.
Innanzitutto è rilevante premettere che solo una percentuale irrisoria rimane agli esercenti e che quindi il territorio viene depredato della sua economia.
La spesa media pro capite, secondo questo sito, a Civitavecchia, è di circa 1100€.
Io ad esempio non gioco mai, molti di voi neanche, di conseguenza c’è chi gioca cifre altissime.
Se state pensando che non siete dei giocatori ma comprate un gratta e vinci al giorno da 5€, sappiate che state spendendo circa 1500€ all’anno in azzardo anche voi.
Sono quelle 1500€ che vi avrebbero permesso di andare 15 volte in più al ristorante, 50 volte in più pizzeria, 1500 volte in più al bar a prendere un caffè, che avrebbero fatto lavorare interi nuclei famigliari e che, collettivamente, avrebbero rimesso in moto l’economia tutta.
Ma in troppi scelgono di tentare l’improbabile fortuna piuttosto che fare un’attenta programmazione delle spese famigliari e della gestione dei patrimoni che vengono lapidati a colpi di slot-machine.
Soldi che molto spesso vanno direttamente a colossi legati alle mafie.
Ci troviamo così negozi vuoti, ristoranti vuoti, bar vuoti e famiglie (e credetemi, ne conosco tantissime) rovinate dal gioco.
E non basta levare le macchinette dai locali, purtroppo.
Ho lavorato per molti anni alla cassa del bar dei miei genitori e conosco talmente bene la questione da poterne parlare con cognizione di causa.
Ricordo l’involuzione della clientela che un tempo veniva a pagare e pagarsi un caffè ed ora ti chiede se oltre i gratta e vinci vendi ancora i caffè.
Ricordo i clienti che un tempo entravano per cercare le scatole di cioccolatini da regalare.
Oggi capita spesso di trovare i giocatori della sera che ti aspettano la mattina seguente per giocare gli ultimi spicci nella macchina che li ha ripuliti il giorno prima.
Quello che in sostanza vorrei che faceste, è affacciarvi dalla vostra finestra.
Guardate Civitavecchia, Roma, Torino, Napoli, la vostra città.
Adesso scommettete sulla vostra città, sul commercio, sui servizi, la cifra che scommettete sul gioco d’azzardo.
Scommettete i 60 milioni di Civitavecchia, i 2,77 miliardi di euro di Roma, i 785 milioni di Torino o i 529 milioni di Napoli ogni anno e per i prossimi 10 anni.
Riuscite a rivedere la bellezza della vostra città?
Riuscite a rivedere la bellezza della nostra Italia?