Oggi, dopo un mese, ho mangiato la pizza. Mentre me la gustavo e pensavo alla poesia di quel momento, sicuro che nulla potesse rovinare una così magica atmosfera, mi è capitato tra le mani un articolo che mi ha fatto rigurgitare tutta la cena.
Dopo avere, a stento, trattenuto la bile su quello del Dott. Di Gennaro che si lodava per l’ottimo lavoro svolto dalla dirigenza dell’ospedale nella gestione Covid19, quello del comitato “In nome del popolo inquinato” ha piegato la mia riconosciuta resistenza a tutto ciò che è stomachevole.
E così, il comitato, tra una secrezione salivare e l’altra, provando a difendere l’operato dell’Asl, gli suggerisce di promuovere azioni legali contro chiunque provi a contestare tali provvedimenti. Il Comitato non si ricorda di elogiare il personale dell’ospedale, che più volte, ha salvato la situazione in questi momenti concitati, dando consigli e facendo applicare protocolli di buon senso, sostituendosi alle menti illuminate della inadeguata dirigenza nell’affrontare il problema che si era creato in ospedale ed in particolar modo nel reparto di medicina.
Le denunce del Dr Benedetti, sindacalista di ANAAO? I mal di pancia degli operatori costretti comprare di tasca propria tute e maschere, fino all’arrivo del prezioso materiale donato all’ospedale dalla città? Solo un problema di “natiche” che cercano poltrone…
Attacchi beceri, motivazioni ridicole, da parte di persone senza spessore culturale, politico e umano a difesa del Mega Direttore Galattico in persona, colui che nessun impiegato al mondo era mai riuscito soltanto a vedere. Correva anzi voce che non esistesse neppure che non fosse un uomo, ma solo un’entità astratta, in arte Don Marco Di Gennaro.
Lo stesso Don Marco Di Gennaro che pochi giorni fa aveva imputato all’inquinamento del porto (stranamente da buon piddino dimentica sempre la centrale Enel e le sue 600 tonnellate di carbone bruciate ogni ora) l’epidemia di Covid19 a Civitavecchia, lo stesso inquinamento che colpisce evidentemente, secondo questa fantasiosa teoria, solo l’ospedale e la Rsa di via Buonarroti (medici, infermieri, degenti) e non l’intera città.
Evidentemente, in questi giorni di Pasqua, Don Marco Di Gennaro vorrebbe farci credere che Cristo è morto dal freddo ed evidentemente non vuole ammettere che se esistono in città due cluster (ospedale e clinica) c’è una responsabilità diretta da parte dei vertici dell’ospedale e della Asl.
Non bisogna essere un “primario di eccellenza” (come citato da tale comitato) per capire come sono andate le cose.
Aspettiamo che l’ondata passi e speriamo in uno tsunami che si porti via tutti i Don Capoccetta della sanità nostrana.
Intanto restiamo in finestra In nome del Popolo Incazzato