Quello era proprio il Bar più frequentato della città.
Quella mattina, considerando la vicinanza di diversi seggi e la concomitante tornata elettorale amministrativa locale, il Bar era al limite della capienza possibile.
Parecchia gente stazionava anche all’esterno, dopo la colazione, e la maggior parte dei discorsi erano ovviamente rivolti al risultato che sarebbe divenuto realtà da lì a poche ore.
Z frequentava quel Bar tutte le mattine.
E, come tutte le mattine, anche quel giorno era andato ad assumere la sua dose giornaliera di caffeina accompagnata dal solito maritozzo con la panna.
Z, che era un commerciante molto conosciuto in Città, da anni, anzi forse ormai da decenni, frequentava anche i vari Comitati Cittadini, seguendo da vicino i più disparati argomenti politici del comprensorio.
Z conosceva personalmente praticamente tutti gli esponenti politici di rilievo a livello locale. Nel corso degli anni era diventato nemico, a turno, di tutti. E praticamente con tutti aveva, a cadenze regolari, ristabilito un qualche tipo di rapporto.
Il suo atteggiamento e le sue preferenze politiche erano a dir poco confuse nell’insieme se si considerava il fatto che esse erano costituite da una serie di convinzioni granitiche ognuna in completa contraddizione rispetto alla precedente.
Z non era nemmeno un uomo temuto dal momento che, comunque, le sue capacità di presa nei confronti del movimentismo spontaneo cittadino erano prossime allo zero anche a causa di queste sue oscillanti convinzioni.
Ad ogni modo Z quella mattina aveva deciso di andare a votare. Dopo la colazione si era ovviamente fermato a chiacchierare di politica con la variegata folla che si accalcava all’entrata del locale.
La sua preferenza l’aveva decisa da tempo ed erano già almeno tre settimane che andava in giro a gridare ai quattro venti la Soluzione a tutti i problemi cittadini. Come facevano gli altri a non vederla? Era talmente evidente!
Z alla fine si incamminò verso il seggio elettorale. Consegnò la tessera al suo seggio ed entrò nella cabina. Con gesti sicuri e con il sorriso sulle labbra dispiegò il foglio elettorale e si accinse ad apporre il segno sul suo Candidato Sindaco Preferito. Aveva già deciso da tempo anche i nomi dei Consiglieri Comunali migliori.
Proprio mentre stava per apporre una x sul simbolo, tuttavia, le sue terminazioni nervose smisero, per qualche ragione, di funzionare.
All’istante Z si trovò nella condizione di non poter muovere più nemmeno un muscolo. Non poteva muovere nemmeno le palpebre e per lunghissimi minuti rimase immobilizzato in quella posizione alquanto scomoda.
Z era rimasto cristallizzato con i gomiti appoggiati sul ripiano e il foglio elettorale dispiegato sotto la matita. La punta della matita era appoggiata esattamente sotto il simbolo elettorale e tuttavia era ancora immobile nell’atto di tracciare il segno.
I minuti passavano e Z iniziò a sentire i richiami del presidente del Seggio. La sua mente era rimasta lucida ma il suo corpo era diventato un sarcofago.
Il panico all’improvviso lo colse, proprio mentre, a causa del malfunzionamento delle palpebre, una lacrima si gettò dal suo occhio destro per andare a macchiare proprio il simbolo elettorale da lui tanto agognato.
Illustrazione di Silvia Castrati ©