C’era una volta un uomo molto ambizioso, conosciuto da tutti come “la Volpe”.
Un giorno andò via dalla sua città, in mezzo alle colline, in cerca di avventure. Presto, si rese conto di non avere particolari qualità e talenti; non aveva mestiere, non aveva voglia di faticare, così iniziò a sfruttare l’unica cosa di cui non difettava: la furbizia.
Si fece crescere i baffi, iniziò ad avvicinare le anziane signore della sua zona vendendo la propria compagnia. Girò molto, di città in città, usando sempre la stessa tecnica. Si faceva voler bene, prometteva l’impossibile e poi fuggiva con quanto ricavato tradendo la buona fede delle vecchiette.
Famosa rimase quella volte in cui il giochetto gli riuscì con una signora piuttosto anziana e benestante di nome Marinella.
Dopo Marinella, venne a sapere che una Vecchia signora, contesa da molti non tanto per la sua ricchezza quanto per la facilità del raggiro, era in rotta con il suo badante. Andò dalla Vecchia ed iniziò a lusingarla con false promesse e tanti complimenti.
La povera Vecchia cadde nel tranello.
Il Nostro rimase giusto il tempo necessario per sistemare le sue cose e in questo fu molto scaltro. Si preparò la strada comprando all’insaputa di tutti case e terreni, aprendo società e facendo 1000 affari. A quel punto, quando capì che tutto ormai era andato a buon fine, si fece cacciare da casa nella maniera più semplice: iniziò a dare dei selleroni a tutti, fece una guerra con un parente della signora che viveva alla Magliana, infine, quando si ritrovò in minoranza, fuggì.
La Vecchia; sola, impoverita e depressa, non era più la stessa. Tutti sperarono che l’ennesima lezione fosse servita. Ma quando si è avanti con gli anni si inizia ad avere davvero la memoria corta.
La morale? Se sei una vecchietta che tutti si contendono non far finta di nulla, vai allo specchio e mentre guardi la realtà, non fidarti di chi ti lusinga, ma di chi sa apprezzare le tue rughe.
Foto di Enrico Paravani©